Piacenza e il concorso negato

In una situazione paradossale come quella che stiamo vivendo attualmente, capita che ci si lasci condizionare e si continui ad agire aldifuori di ogni logica. A Piacenza questo si traduce in un concorso per il posto di Comandante dei Vigili Urbani cancellato e la conferma del comandante ad interim. La vicenda a grandi linee è questa: il ruolo di comandante dei vigili urbani di Piacenza era già in una situazione “assurda”. L’ex comandante Elsa Boemi infatti, nonostante le sue funzioni in terra piacentina era una dipendente del Comune di Brescia e da quanto di può apprendere da alcuni quotidiani locali, in contratto triennale.

La Boemi era inoltre in aspettativa per una condanna di un anno fa (impugnata in appello) a cinque mesi per peculato, con conseguente interdizione per un anno dagli uffici pubblici. Per questo motivo, il sindaco Dosi aveva deciso a dicembre 2012 di sostituirla ad Interim, in attesa di indire il concorso per sistemare la carica. Come supplente fu scelta Renza Malchiodi, già capo di gabinetto del sindaco con la benedizione del sindaco a partecipare al concorso 2013 e per cui molti piacentini si stavano già preparando con l’acquisto di relativi libri per la preparazione del concorso, con un esborso di circa 50€ a testa.

Il 16/04/2013 la doccia fredda. Il concorso non ci sarà. “Siamo contenti della situazione attuale – spiega il sindaco– mi pare che tutto stia funzionando bene, per il momento non pensiamo di pubblicare il bando. Valuteremo in futuro se e quando farlo”. Una presa in giro, insomma, che nasconde però un lato più “furbesco”: quello del precedente. Come si può permettere alla maggior carica delle forze dell’ordine cittadine di aggirare un concorso in una maniera così plateale? Se un domani ci sarà qualche altra persona di fiducia del sindaco, questa potrà essere giustamente inserita in ruoli di dirigenza e comando senza fare concorso, portando in esempio il caso di Renza Malchiodi.

Senza nulla togliere all’operato della Dott.ssa, qui si parla di un abuso nei confronti della cittadinanza. Il posto è pubblico ed il sindaco non è un imprenditore. Se la Dottoressa ha i numeri, lo deciderà la commissione che valuterà la sua candidatura insieme alle altre che riterranno di poter occupare quel posto. Non si può lasciar cadere un discorso del genere, accantonandolo come “siamo contenti del suo operato”. Chiedo al sindaco Dosi: mettiamo il caso che i piacentini fossero stati contenti dell’operato dell’ex sindaco Reggi. Non si sarebbero dovute indire le elezioni, quindi? Ragionando come ragiona lei no, non si sarebbero dovute indire, col rischio suo di non diventare sindaco. Ora, si metta nei panni dei piacentini esclusi dal concorso e poi si chieda: ci tornerò a fare il sindaco, anche se loro non hanno il potere di non indire le elezioni?